Immagine proveniente da: mieli Gaito
APICOLTURA A PONTECAGNANO FAIANO:
Mieli Gaito
Via Picentino,62
089 848240
FB: Gaito Mieli Naturalmente
Descrizione del prodotto
Il miele ha una natura duplice. Il ruolo delle api è fondamentale nell’elaborazione del prodotto: solo a loro è possibile compiere questo incredibile lavoro di raccolta di minuscole goccioline per assemblare quantità significative di nettare, da trasformare poi con un processo altrettanto minuto e paziente. La materia prima di partenza però è di origine vegetale ed il miele finito deve le sue caratteristiche, più che a ogni altro passaggio, alla natura, alle caratteristiche e alla provenienza della materia iniziale. Il nettare è una sostanza zuccherina che le piante producono proprio per attirare gli insetti, che si fanno così vettori inconsapevoli del polline, l’elemento fecondante, che viene in questo modo trasportato su altri fiori. Anche il polline viene raccolto dalle api, ma non serve per l’elaborazione del miele, ma come alimento proteico per le forme giovanili. Nel miele il polline è presente solo in piccolissima quantità, come componente accidentale.
Altro materiale di partenza per la formazione del miele è la melata, in questo caso, è la linfa stessa delle piante, della quale si nutrono insetti quali gli afidi e le cocciniglie. Il surplus di sostanza zuccherina non utilizzata da questi insetti viene riciclata dalle api.
Il miele è formato quasi esclusivamente da zuccheri: questi infatti rappresentano dal 95 a più del 99% della sostanza secca e gli zuccheri semplici, fruttosio e glucosio, ne costituiscono la maggior parte (85-95%), generalmente con prevalenza del primo. Le proprietà fisiche e nutrizionali del miele sono dovute in gran parte a questa composizione e, in particolare, all’alto contenuto in fruttosio. Come alimento il miele può essere visto come una fonte di zuccheri semplici e per questo è un cibo altamente energetico e dolcificante. In questa categoria è l’unico che non necessita di nessuna trasformazione per arrivare dalla natura alla nostra tavola.
Cosa fa l’apicoltore
Arriva così il turno dell’apicoltore: lui deve per prima cosa allontanare le api dall’alveare, per non ucciderle, quindi parte del miele, non tutto, viene preso e inizia la lavorazione.
Le api, infatti, mettono il miele nei favi, in cellette esagonali, e le chiudono con dei tappi di cera, per poi estrarre il miele al momento del bisogno: per prelevare il miele questa operazione la deve fare l’apicoltore. Una volta aver rimosso i favi dall’alveare, con un coltello taglia tutti i tappi di cera, così che il miele fuoriesca. Poi, con una centrifuga, lo estrae.
Il miele deve poi essere filtrato, così che vengano rimosse le impurità, scarti delle api ed eventualmente cera residua; dopo la filtrazione, viene messo ad una temperatura particolare per evitare la cristallizzazione, così che il miele abbia l’aspetto semi-liquido con cui lo conosciamo. Quindi viene messo nei vasetti.
Varietà
Il primo della classe
È il miele preferito dagli italiani: chiaro, limpido, spiccatamente dolce e dal profumo di vaniglia e confetto, il miele di acacia è quello che va per la maggiore. È un prodotto eccellente perché ha gusto delicato, quasi vanigliato, non sovrasta i sapori e ha un alto potere dolcificante. È il migliore accompagnatore del tè nero, perché lo addolcisce ma senza modificarne il gusto e l’aroma. L’alternativa è il miele di cardo, tipico dell’Italia centro-meridionale e poco noto al nord: si presta agli stessi utilizzi del miele di acacia ma ha un aroma più intenso, fresco e fruttato.
Gli spalmabili
Che il miele debba essere liquido è un altro stereotipo su cui fare chiarezza. Se è vero per il miele di acacia, di tiglio o di melata, non è corretto per il miele di agrumi, che si presenta ben cristallizzato, tanto da essere perfetto da spalmare sul pane. Quelli di agrumi sono i mieli più profumati e floreali, i più femminili e soavi. Quello di zagare è perfetto per esaltare il profumo dei frutti serviti in macedonia, quello di limone è perfetto anche con il pesce crudo e cotto, e quello di clementina o di arancio è ideale per tè, yogurt e panna montata. Un altro miele dai cristalli grossi e irregolari è quello di tiglio, molto comune in tutta Italia. Dal sapore rinfrescante, mediamente dolce e leggermente acidulo, è perfetto con i formaggi molto saporiti, come il Bitto, ma anche negli infusi caldi e nella frutta cotta al forno.
I “brutti” ma buoni
Si presentano scuri e per questo non piacciono a tutti. Eppure sono mieli pregiati. Come quello di castagno, dal profumo intenso e tannico e dal gusto amarognolo, il migliore per accompagnare i formaggi e per insaporire e aromatizzare le carni, a partire dagli arrosti. Idem per il miele di eucalipto, che si caratterizza per il sapore forte e persistente, non troppo dolce, e per il retrogusto leggermente salato. Grazie al suo aroma così particolare, è molto adatto per arricchire la vinaigrette o le salse a base di burro.
Un altro miele amaro è quello di eucalipto, uno dei più rari e costosi: ha un colore ambrato, un profumo pungente e un sapore che richiama la cicoria. In cucina è molto adatto per affinità con alimenti amarognoli, come cardi o carciofi, o, per contrasto, con latticini grassi e dolci, come la ricotta, il mascarpone o la robiola.
Fonti: sito Mieliditalia.it, sito tuttogreen.it, sito salepepe.it